Diciamoci la verità, quando finiamo un lavoro ai ferri o all’uncinetto, siamo al settimo cielo: yuppy! Posso cominciare qualcosa di nuovo!!
Ma siamo sicure di aver veramente terminato il lavoro? Ci siamo ricordate del bloccaggio??
La parola è brutta, lo so, ma descrive una fase importantissima del nostro lavoro, importante quanto la scelta del filato, l’esecuzione senza errori e una corretta tensione.
Il bloccaggio infatti mette in risalto la lavorazione dello scialle, e molto spesso è una fase trascurata, perché, diciamocelo, porta via un bel po’ di tempo.
Qui di seguito voglio raccontarvi le basi per un bloccaggio di successo, per far sbocciare la lavorazione che faticosamente abbiamo eseguito, punto dopo punto!
AMMOLLO
Lo scialle è finito, ma appena tirato giù dai ferri è un po’ incarognito, arruffato, insomma, non si presenta al meglio. È necessario metterlo a mollo per un paio d’ore in acqua tiepida (più tendente al freddo che sul caldo, soprattutto in caso di lana), e lasciar riposare il lavoro.
Così le fibre si rilasseranno un po’, dopo tutto lo strapazzo subito con l’uncinetto (o i ferri). All’acqua io aggiungo una goccia (ma proprio una goccia) di ammorbidente. Mi raccomando, poco, perché altrimenti con troppo si rischia di saturare le fibre.
Dopo l’ammollo, lascio sgorgare l’acqua in eccesso e poi, con una botta di coraggio, chiudo il lavoro in una federa pulita e faccio fare un brevissimo giro di centrifuga. Giusto per eliminare l’eccesso d’acqua presente nello scialle, che altrimenti ci metterebbe giorni per asciugare. Lo scialle non va strizzato, torto, o messo libero in centrifuga, altrimenti rischiamo di strapazzarlo troppo.
BLOCCAGGIO
Ecco la fase di bloccaggio vera e propria, che implica una buona dose di pazienza. Ci sono diverse tecniche, ve le racconto in breve.
Si può utilizzare una base di polistirolo, oppure i classici puzzle di polistirolo dei bambini, e si dispone lo scialle in piano, utilizzando gli appositi spilli per “tirare” lo scialle in forma. Aiuta molto avere una foto del lavoro finito, così si capisce meglio dove ci sono le “punte”.
Ecco gli appositi spilli in azione… diventano davvero indispensabili!
Per ogni punta si utilizzano uno o più spilli per fermarla in posizione, in modo tale che asciugando mantenga la forma.
C’è anche il metodo tedesco: si appende il lavoro ad un filo per i panni e si mettono le mollette per tirare lo scialle verso il basso. La gravità fa il resto. Diciamo che questo è un metodo meno preciso e non si applica agli scialli con tante “puntine” da fissare, perché le mollette sono sempre grosse e ingombranti.
Ognuno poi si arrangia come può, in funzione di ciò che ha a disposizione. Io ad esempio, se ho una cosa piccola da puntare, utilizzo i cuscini del divano (con somma gioia di mio marito che sa che per due giorni non si può sedere) oppure un ibrido tra il tedesco (in verticale) su una base soffice. Cioè lo schienale del mio divano, che è in stoffa, e che posso martoriare con gli spilli come se fosse un vodoo senza senza problemi 😀
Qui si vedono ancora i fili penzoloni: è buona norma infatti, chiudere tutti i fili dopo il bloccaggio, perché se si chiudono e DOPO si blocca, è probabile che qualche capo di chiusura sfugga e si debba rifare l’operazione.
Lo so, il divano non è il metodo più ortodosso, ma il fine giustifica i mezzi, l’importante è che il lavoro risulti ben bloccato e risalti la lavorazione. Quindi sta a voi cercare la vostra modalità preferita!
Spero di aver chiarito qualche dubbio a riguardo del bloccaggio, voi che ne dite? Come bloccate i vostri lavori una volta finiti?? E quanto tempo ci mettete solitamente??